Learn Italian in Song: Certi Momenti

Certain Moments

Pierangelo Bertoli, 1980

A song in favor of a woman’s right to choose, from a time when either choice to be made for an unwanted pregnancy resulted in social stigma. Unfortunately, the song is relevant still today. For the moment (2008), abortion is legal in Italy, but the political right wing and the Catholic church are doing what they can to make obtaining an abortion – or even birth control – more difficult. Teenage pregnancy has not been a big phenomenon in Italy to date, but at this rate…

A year or two ago we went out to dinner at Taverna ai Poggi, a restaurant near our home in Lecco. The only table left was in the basement, alongside a large (pre-arranged) banquet of some sort. We were a merry little bunch, and the restaurant staff kept apologetically asking us to quiet down so we wouldn’t disturb the other group. Perforce, we listened to them, and were astonished to hear a long recital of vitriolic anti-abortion poetry. Had I had my wits about me, I should have replied with this song.

Anna che hai scavalcato le montagnee hai preso a pugni le tue
tradizioni

lo so che non é facile il tuo giorno

ma il tuo pensiero é fatto di ragioni

i padri han biasimato la tua azione

la chiesa ti ha bollato d’eresia

i cambiamento impone la reazione

e adesso sei il nemico e cosi’ sia

ritornello:

Credo che in certi momenti il cervello non sa piu’ pensare

e corre in rifugi da pazzi e

non vuole tornare

poi cado coi piedi per terra e

scoppiano folgore e tuono

non credo alla vita pacifica non credo al perdono

Adesso quando i medici di turno rifiuteranno di esserti d’aiuto

perchÉ venne un polacco ad insegnargli

che é piu’ cristiano imporsi col rifiuto

pretenderanno che tu torni indietro

e ti costringeranno a partorire

per poi chiamarlo figlio della colpa

e tu una Maddalena da pentire.

(ritornello)

Volevo dedicarti quattro righe,

per quanto puo’ valere una canzone

credo che tu abbia fatto qualche cosa

anche se questa é solo un’opinione

che lascerai il tuo segno nella vita e i poveri bigotti reazionari

dovranno fare senza peccatrici

saranno senza scopi umanitari

(ritornello x2)

Anna, [you] who have climbed the mountainsand have beaten up your traditions

I know your day isn’t easy

but your thought is made up of [correct] reasons

The fathers have censured your action

the church has declared you a heretic

change requires reaction

and now you’re the enemy, and so be it.

refrain:

I believe that in certain moments the brain doesn’t know how to think anymore

and runs into crazy refuges and doesn’t want to return

then I fall with my feet on the ground

and lightning and thunder explode

I don’t believe in the peaceful life,

I don’t believe in pardon.

Now that the doctors on duty

will refuse to help you

because a Polack* came to teach them

that it is more Christian to impose oneself by refusal

They will expect that you turn back

and they will force you to give birth

to then call him “child of shame” and you a Magdalene to repent.

(refrain)

I wanted to dedicate four lines to you, for whatever a song may be worth

I believe you have done something,

although this is only an opinion,

that will leave your sign in life

and the poor reactionary bigots

will have to do without [female] sinners

they will be without humanitarian aims.

* Polacco in Italian is not a pejorative term. It merely connotes a male citizen of Poland, in this specific case, Karol Wojtyla, aka the late Pope John Paul II. However, I think the context justifies using the pejorative English term rather than the neutral (and potentially confusing, in spite of capitalization) “Pole”.

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AUGURI ALLA MIA UARIANNA!

E` per questo che odio il mondo vero. Il messicano fa in tempo a dirlo che la macchinetta gli sputa fuori 20 dollari e uno scontrino; e` la seconda volta che cerca di prelevare con la carta di credito che l’amico Max gli ha lasciato, insieme alla macchina e al cellulare.
Preferisce lasciargli le cose e andare a bere con gli amici che fare il terzo incomodo, mi spiega Cristian. E` un buon amico e si fida di lui. Cerco di immaginarmi qualcuno a casa che mi lasci macchina, carte di credito e cellulare…devo ammettere che non mi viene in mente nessuno.
Ieri sera dovevo uscire con la sorella maggiore che tutti vorrebbero, Sesy. Voleva portarmi ad una mostra d’arte dove hanno musica dal vivo e cocktail squisiti (che ovviamente avrebbe dovuto fornirmi lei illegalmente).
L’unico problema delle sorelle piu` grandi di circa 40 anni e` che si stancano piu` velocemente e, dopo aver lavorato fino alle 20, a volte non ce la fanno a tirar notte fonda.
Sono vestita, truccata e profumata; seduta al bancone della cucina con un bicchiere di rosso che guardo i minuti passare sull’orologio del forno.
La mostra finisce tra un’ora e io sono ancora a casa. Finalmente Sesy mi chiama, si e` addormentata e non ce la fa proprio a portarmi fuori. Non c’e` nulla che odi di piu` che essere vestita, truccata e profumata senza poi uscire!
Non mi arrabbio minimamente, ma la frustrazione mi sale parecchio. Faccio in tempo ad appendere che il telefono mi risuona.
E` il messicano che vuole portarmi a giocare a biliardo, ma io faccio schifo a biliardo! Non importa, ti insegno. Mi chiedo come cazzo abbia fatto Sesy a chiamarlo in una frazione di secondo per chiedergli di portarmi fuori, deve averlo sentito prima di chiamarmi.
TexMex mi raccomanda di non essere tutta bella perche` lui ha appena finito di lavorare ed e` conciato; arriva a prendermi fra 5 minuti.
Saliamo in macchina con l’amico Max che piu` che mischiare inglese e spagnolo si inventa qualche verso quando gli rivolgo la parola per nascondere il fatto che l’inglese non lo sa proprio.
Prepariamo il tavolo da biliardo, TexMAX sparisce.
Grazie alla mia capacita` di ridere di me stessa mi butto e inizio a giocare; il mio messicano e` persistente e si ostina ad insegnarmi, partita dopo partita mi svela le tecniche del successo e dopo un paio d’ore dobbiamo entrambi ammettere che sono migliorata.
Ci stufiamo di un suo amico che da quando sa che non siamo fidanzati vuole a tutti i costi portarmi a bere e ballare; e` cosi che Max da a Cristian il necessario per portarmi fuori.
Vuole passare a casa a cambiarsi prima di andare in centro e prima di arrivare inizia a scusarsi.
Stai per vedere casa mia… e` davvero un casino. E` una di quelle portatili, in un vicinato di altre uguali. La sorella ci apre la porta, mi vede e fa come se non ci fossi. Scusami non c’e` il divano… ti puoi` accomodare su una di quelle sedie.
Non so come fargli capire che questi particolari non mi disturbano minimamente; un chihuahua mi corre in contro abbaiando, mi fa lo slalom tra le caviglie per circa 5 minuti.
La sorella esce dalla camera, mi alzo e le mostro tutti i denti in un sorriso smagliante e il ciao! piu` caloroso che sappia dire. Mi presento e lei non sa che faccia fare, come se non le fosse mai successa una cosa simile.
Piacevolmente sorpresa mi stringe la mano…are you my brother’s girlfriend? Sorrido e scuoto la testa, l’ho conosciuto solo l’altro giorno.
Il chihuahua mi ama gia` e Cristian non puo` che spalancare gli occhi quando mi vede seduta per terra col cane in braccio che si fa accarezzare.
Mentre mi lavo le mani lui stira la maglietta poggiandola sul letto della madre che e` uscita; sembra che ci sia stata un’esplosione di prodotti di bellezza e reggiseni a pois; ne e` ovviamente imbarazzato, ma non ha mai visto camera mia!
Il centro di Austin e` una sorta di bordello di neo 21enni vestite da zoccole che non riescono a stare in piedi, sembriamo due bambini con le nostre t-shirt e il nostro alito che non puzza d’alchol, eppure quelli che si comportano da 12enni non siamo noi.
Torniamo a casa e il mondo e` di nuovo normale. Io mi stappo una Corona e lui si improvvisa un cocktail di Cointreau e Mango Tango, il Cristian Tango.
Alla fine Cecilia non lo aveva mai chiamato, non e` uscito con me per farle un favore. Aveva semplicemente voglia di stare con me.

TexMex

Causa motivi burocraticamente assurdi e complicati, oggi avevo una sorta di esame d’ammissione.
Sono uscita di casa lasciandomi un’ora di anticipo, sapendo che qualcosa sarebbe sicuramente andato storto.
Le indicazioni che avevo trovato su internet erano talmente vaghe che ho pensato che sarebbe stato possibile arrivare alla mia destinazione saltando su un autobus a caso e pregando il dio indiano del trasporto pubblico.
Una volta arrivata alla fermata mi sono resa conto che non so quale sia il dio indiano del trasporto pubblico e che ero circondata da barboni con carrelli che mi mandavano baci.
Salgo su 3 pulman e chiedo indicazioni a 3 autisti; ciascuno mi da indicazioni diverse, tutte accomunate dal seguente dettaglio: nessuna comportava l’uso dell’austobus su cui ero appena salita.
Mi rendo conto che il tempo passa in fretta quando non si sa come arrivare nel posto dove si DEVE arrivare entro un certo orario.
Cosi chiamo un taxi e mi siedo fuori casa ad aspettarlo con un litro di acqua gelida per sopravvivere al caldo.
Mi siedo dove proprio ieri il mio nuovo amico messicano ha parcheggiato il mezzo quand’e` venuto a prendermi.
Quando si e` nuovi in un posto, ho imparato, bisogna a volte ricorrere a mezzi estremi ed avere il coraggio di mettersi in situazioni potenzialmente disastrose per ‘farsi dentro’, come si suol dire, nella nuova comunita`.
Ho scoperto con piacere che in Texas esiste l’equivalente della comunita` Tibetana in India: la comunita` messicana. Cosi la mia passione per i refugi immigrati si traduce perfettamente di continente in continente.
La ormai carissima Sesy aveva voluto cercare qualcuno che mi portasse al concerto gratis dei Los Lonely Boys; cosi ricevo una chiamata da tale Christian per comunicarmi l’ora in cui passera` a prendermi. Quando lo ringrazio per il favore che sta per farmi, risponde “si, bhe…devo molto a Cecilia” e appende.
Mi sto vestendo quando mi rendo conto che sto per passare la serata con una persona che non conosco e non ho mai visto.
Dire che mi e` salito il panico e` un’esagerazione, pero` ho immaginato diversi modi in cui questo appuntamento sarebbe potuto finire disastrosamente, alcuni dei quali comportavano coltelli, pistole e le parole “dove sono i soldi?!”.
Si presenta un tizio relativamente alto e decisamente magro, con i capelli a spazzola e gli occhiali. Non ha decisamente l’aspetto da serial killer ma non devo lasciarmi ingannare dall’apparenza.
Saliamo in macchina e copriamo le basi conversazionali: provenienza, occupazioni attuali e aspirazioni future (con qualche interruzione per espisodi carini da raccontare).
Passeggiamo nei dintorni del parco dove si terra` il concerto, mi porta a vedere un laghetto dove occasionalmente nuota (vuoi annegarmi eh?!).
Decidiamo di accomodarci sul prato, tira fuori dallo zaino due asciugamani con su fiori hawaiani. Me ne porge uno che poi riprende per se perche` e` blu, lasciandomi quello con i fiori colorati…
Il concerto inizia e ci spostiamo, non con troppa facilita`, piu` vicini al palco. Chiamo Sesy quando suonano la sua canzone preferita, ogni tanto Christian si avvicina per urlarmi nell’orecchio “ti stai divertendo?”.
Verso fine concerto si ricorda che abbiamo lasciato gli asciugamani psichedelici nella postazione originale, mi chiede se ho voglia di aspettarlo. Promette di non abbandonarmi; cerca approvazione fissandomi, rivelando un paio di occhi che ricordano il verde del laghetto di prima.
Christian e` messicano; non ha esattamente il permesso di soggiorno ma in qualche modo vive qui da sempre. Preferisce frequentare altri messicani perche` gli piace mischiare inglese e spagnolo quando parla, preferisce anche le feste messicane a quelle americane perche` gli americani non sanno bere.
Inchioda di colpo la macchina, un armadillo sta attraversando la strada.
Arriviamo a casa e gli presento i nuovi genitori; pucciamo i piedi in piscina mentre io mangio ciliegie e gli faccio altre domande sulla vita da texmex.
Decide di dirmi la verita`, sono la prima BIANCA che abbia mai frequentato (assurdo ma vero, vengo in Texas per sentirmi ancora dare della bianca).
“Ma tu non sei come loro, non dici sempre OH MY GOD”
Lo accompagno alla porta, mi dice che ci vedremo durante il weekend
“ah si?”
“fidati di me…”
Un viaggio mentale, 1 litro di acqua gelida e niente taxi. Ho 15 minuti per arrivare in tempo all’esame. Chiamo un altro taxi che questa volta arriva. 9 dollari dopo sto riempendo una scheda con i miei dati; 3 ore e qualcosa dopo ho finito. Inglese bene, non passo matematica per 2 fottutissimi punti.
Non mi dispero, si puo` rifare fra 30 giorni. Esco dall’edificio e mi ricordo che il giorno prima ho visto un armadillo attraversare la strada. CAZZO, FIGATA!

Deirdré Straughan on Italy, India, the Internet, the world, and now Australia