I've got pieces of April

April viene da Lubbok, Texas.
Nipote di Julia e Dani da parte di una delle sorelle di Julia, sta per iniziare anche lei l’universita` ad Austin.
Proveniente da una famiglia conservatrice che l’ha lasciata venire qui solo perche` ci sono gli zii su cui poggiarsi; April, come mi aspettavo, e` felicissima di essere scappata di casa!
E` di passaggio qui a Spankyville prima di trasferirisi nei dormitori, me la descrivevano come una sbadata, immatura, testa fra le nuvole, mai cresciuta completamente…
Invece April e` creativa, solare, socievole e sveglia. Cammina sempre in punta di piedi, veste mischiando molti colori e le piace cambiare taglio di capelli molto spesso.
Diventiamo subito amiche ed entrambe non vogliamo pensare al suo imminente trasferimento in college.
Ieri sera sono arrivati i genitori e i nonni di April. Per qualche motivo ero gia` abituata a questo tipo di scena:
quando si e` davanti a loro bisogna avere il sorriso un po` piu` accentuato, moderare il linguaggio ed assumere un’aria innocente.
Dopo una 30ina di minuti di conversazioni assolutamente banali seduti in torno ad un tavolo, i nostri ospiti decidono di tornare in albergo per coricarsi.
Chiudiamo la porta, ci guardiamo e ci leggiamo nel pensiero a vicenda; e` ora di uscire.
Pronte in 4 e 4/8, facciamo in tempo a farci scattare una foto da Julia che dopo decide di svelarci un paio di tattiche di seduzione e siamo sulla piccola ibrida di April dirette verso il centro.
All’entrata del locale ci marcano con due grosse X nere sulle mani cosi che nessuno ci serva da bere.
E` la serata Karaoke, organizzata da un amico Indiano. April decide di voler cantare a tutti i costi Rapture di Blondie, io la incoraggio anche se al posto suo soffrirei di stress da Karaoke.
“Signori e Signore, ecco a voi Blondie… letteralmente!”
April sembra essere nata per questo mestiere, al microfono davanti ad un locale pieno di sconosciuti inizia ad ondeggiare i fianchi e ad accompagnare i versi con espressioni facciali.
Mi rendo conto che la si sente appena, non so se farle gesto di alzare la voce quando arriva la parte Rap che sa a memoria e recita con gran stile.
Scoppia l’entusiasmo, il cinesino di fianco a me saltella di qua e di la, l’ometto gay pure “Sing it girl!”
Fiera del suo show, sorride e ride, mi indica un tipo carino dall’altra parte del locale.
La abbandono un attimo per andarmi a sistemare la sciarpa che ho deciso di indossare come maglietta e quando torno non la vedo. Eccola, sta parlando con il tipo carino!
Tipo carino e l’amico attaccano bottone, cerco di nascondere le X nere sulle mani.
Tipo carino rimane affacinato dall’Italo-Idio-Americana la quale e` troppo impegnata col telefono per prestargli attenzione.
Il messicano che doveva lucidare pavimenti tutta notte e` rimasto a casa senza nulla da fare.
Dobbiamo andare a prenderlo e quando il tipo carino ci chiede perche` scappiamo via cosi presto rispondo “c’e` questo messicano che ci sta aspettando…”

IHOP: International House of Pancakes
A quanto pare l’ora di punta per far colazione in questo posto sono le 2 di notte. Onde di sbronzi affamati circondano l’edificio, ci mettiamo in lista per un tavolo da 3 e ci sediamo in sala d’attesa.
Io e April facciamo subito amicizia con una coppia di uomini che sono appena usciti dal Gay Bar di fianco. Uno dei due, Mona, si diverte a criticare tutte le americanelle sbronze che si lasciano palpeggiare da quella che sembra essere una squadra di football.
Arriva Zach il cameriere (qui hanno tutti la targhetta col nome). Ci illustra il menu degli ‘specials’ e giochiamo a incitarlo perche` reciti meglio.
Zach ha gli occhi lucidi di chi non dorme da troppo tempo e un nome tatuato sul polso. Sta al gioco. Arriva un suo collega al tavolo, senza dire una parola prende due tovaglioli di carta e li sistema a forma di rosa per me e April.
Il messicano non sa piu` da che parte guardare, intrappolato fra Mona e il cameriere che ci prova.
Torna Zach e quando gli chiedo perche` non ci regali anche lui una rosa mi risponde che la donna della sua vita e` una sola ed e` morta due mesi fa. Ha due figlie e sono loro le donne della sua vita adesso, per questo non vuole regalarci una rosa…
Fortunatamente la sera non finisce su una nota cosi tragica, anche se lascio il contenuto del mio portafoglio di mancia a Zach perche` mi sento una merda.
Ora April ha il numero di Mona che vuole invitarci a guardare film e bere margaritas a casa sua e TexMex ha fatto la figura da figo che esce con due bionde alla volta davanti agli amici del ghetto che abbiamo incontrato ad Ihop.

Texan Karma

Ho sempre creduto nelle buone azioni senza un fine. Adotto come regola generale la seguente: se fare un favore non ti causa problemi, perche` non farlo?
Nonostante sia facilissimo cadere nella pigrizia e nell’egoismo, cerco di darmi un bilancio interiore con le piccole buone azioni e dimostrazioni d’affetto.
Ho scoperto che spesso, per qualche motivo a me ancora ingnoto, “what goes around, comes around” e chi la fa l’aspetti, anche chi la fa buona!
Collego questo concetto ad una versione personalizzata del Karma; quello che ti ripaga per le tue azioni in una sola vita e non tramite varie reincarnazioni.
Ieri dopo scuola mi sono incamminata verso il cinema.
Avevo ordinato i biglietti su internet con parecchi giorni d’anticipo, usando la mia nuova credit card come ogni buon americano per vedere il nuovo Batman.
Il cielo insolitamente nuvoloso inizio` a scaricare ondate di pioggia quasi monsonica: improvvisa, grassa e forte.
Decisi di non accelerare nemmeno il passo, dopotutto questa doccia naturale mi ricordava l’amata India e volevo godermi questo momento di “vestiti bagnati javu”.
Questo fu il primo momento di gioia dopo una faticosa giornata di studio; gioia che mi scese appena entrai nel cinema che, come in ogni altro edificio in America, aveva l’aria condizionata accesa al massimo.
Non so ancora se sia piu` educato strizzare direttamente le proprie vesti o lasciare che gocciolino pian piano, ma indecisa e stordita dal gelo non ho agito, scegliendo di conseguenza la seconda.
Una guardia del museco (il cinema era quello imax del museo storico di Austin), mi venne incontro porgendomi un asciugamano.
Apprezzai moltissimo il gesto; primo perche` non so da dove abbia tirato fuori un asciugamano, secondo perche` gli si leggeva in viso l’apprezzamento verso la mia maglietta bagnata! Dunque e` relativamente nobile da parte sua avermi dato l’opportunita` di coprirmi.
Ispirata dalla sua gentilezza mi offro di uscire per procurare qualcosa da mangiare alle mie due compagne di Batman, d’altra parte sono gia` bagnata tanto vale che vada io.
Dopo aver camminato a vuoto per una decina di minuti mi rendo conto che per grandissima ironia della sorte sono capitata nell’unico quartiere di questo continente dove non si trovi un fast food ogni 2 metri.
Successivamente mi ricordo che sono stanca, bagnata, soffro di stress pre mestruale e soprattutto non so dove cazzo sono. Mi chiedo chi me l’abbia fatto fare di uscire, rischiando di perdermi l’inizio del tanto atteso Batman!
Fortunatamente l’esito fu buono e il film fantastico.
Io e la nuova roommate April, insoddisfatte da qualche pezzo di pollo fritto, usciamo a ‘cena’ verso le 10 di sera.
Il Magnolia cafe` e` il mio nuovo locale preferito; aperto 24 ore su 24 ma soprattutto serve la colazione 24 ore su 24!
Prima di entrare incontriamo le ragazze RedBull che, a mio parere, sono meglio della fatina dei denti. Girano nella RedBull Mini con uno zainetto a forma di RedBull e la magliettina stretta con su il logo RedBull.
In India ho sviluppato una vera e propria dipendenza dalla RedBull, ora piu` forte che mai grazie alle convenienti confezioni da 12 che vendono nel supermercato vicino a casa.
Interpreto la RedBull gratis da parte loro come un buon presagio e decido che la mia nuova aspirazione nella vita e` diventare una ragazza RedBull.
Al nostro tavolo arriva Keith: carinissimo cameriere al quale piace poggiarsi sul tavolo mentre prende le ordinazioni.
Entrambe io ed April decidiamo di esserne innamorate dopo circa 2 minuti e la colazione alle 10 di sera si trasforma in una risatina e occhiatina dopo l’altra.
Mentre ci incamminiamo verso l’uscita sussurro ad April che se Keith mi ama, mi fermera` prima che arrivi alla porta. Non mi ferma.
Appena siamo fuori inizio a cantare “Goodbye my lover! Goodbye my friend…” ma vengo interrotta da una voce che sembra tuonare dal cielo e che mi spaventa, causando un urlo stridulo e un balzo in aria “buona serata pretty girls”. E` Keith che ci saluta tramite il microfono, stile Giovanella; e` ufficiale: mi ama!
Da qui le cose migliorano soltanto, quando arrivo a casa trovo uno scatolone enorme che aggredisco immediatamente. E` Bob, di cui ormai tutti qui a Spankyville avevano sentito parlare. Non esito un attimo a staccare il quadro dal muro per sostituirlo col caro Bob al quale regalo anche un paio di occhiali fashion, qui ad Austin servono.
Oggi durante la pausa pranzo invece delle ragazze della RedBull sono arrivate quelle anti gravidanza. Sono seduta su una panchina con il mio frullato quando una tipa mi porge una tenera confezioncina contenente due durex, un flaconcino di lubrificante e un paio di volantini sul sesso protetto. Non so come interpretare questa cosa a livello cosmico, ma adotto come regola generale la seguente: se qualcosa e` gratis e non nuoce alla salute, perche` non accettarla?

Deirdré Straughan on Italy, India, the Internet, the world, and now Australia